Il Presidente degli Stati Uniti, tristemente noto come Donald J. Trump, ha dichiarato il ritiro immediato e unilaterale del suo Paese dagli Accordi di Parigi. Tali accordi sono un disperato tentativo globale di fermare il riscaldamento globale.
ACCORDI E PROBLEMI STORICI – Gli Accordi di Parigi sono stati ratificati e hanno forza di legge in 144 Paesi del mondo, oltre ad essere stati firmati da altri 51. Gli Stati Uniti si uniscono, con questo atto, agli unici altri due Paesi non firmatari: la Siria ed il Nicaragua. Per la cronaca, il Nicaragua non ha firmato poiché riteneva che l’accordo facesse troppo poco per combattere il riscaldamento globale. L’obiettivo dichiarato degli Accordi di Parigi è quello di limitare l’aumento della temperatura globale a 2 gradi centigradi sopra quella pre-industriale, presa come riferimento. Senza un intervento a livello globale, uno studio della NASA predice che le temperature aumenteranno ulteriormente, da 1 a 4 gradi centigradi, per la fine del secolo.
Per fare un confronto con un fenomeno di cambiamento climatico noto nella cultura popolare, durante l’ultima era glaciale la temperatura era circa 5 gradi al di sotto di quella odierna. Inoltre, l’aumento globale della temperatura si era presentato nel corso di circa 10mila anni e non di 200, come sta avvenendo ora. La lezione è che l’ecosistema globale sia molto suscettibile a cambiamenti della temperatura di pochi gradi centigradi. La natura certamente si adatta, ma su tempi millenari e non in un paio di secoli. Un cambiamento climatico di 2-3 gradi, come sembra avverrà in questo secolo, potrebbe essere reversibile solo nel corso di diversi millenni.
GLI EFFETTI CATASTROFICI E IRREVERSIBILI – Nei prossimi cinquant’anni l’effetto più vistoso sarà certamente l’innalzamento dei livelli del mare, dovuto allo scioglimento dei ghiacci e all’espansione termica degli oceani. Le stime più caute predicono un innalzamento di 1 metro, che porterebbe alla sommersione di Ravenna e Venezia solo in Italia (potete giocare con questa app per averne un’idea). Le stime più catastrofiche prevedono che parte della City di Londra possa essere sommersa. Già oggi, l’innalzamento dei mari causa numerose inondazioni nella città di Miami. Per combattere il problema, il governo locale sta spendendo circa 400 milioni di dollari nella costruzione di pompe stradali, muri marini e strade rialzate. I primi effetti del riscaldamento globale sono già visibili.
Gli effetti drammatici del cambiamento climatico sono reversibili? Il consenso scientifico è che, seppur lo siano in questo momento, non lo saranno ancora a lungo. L’innalzamento del livello del mare dipenderà molto dallo scioglimento dei ghiacci artici. Recentemente si è discusso molto dell’anomalia nel volume di questi ghiacci.
L’AMPLIFICAZIONE ARTICA – Storicamente, il volume dei ghiacci artici attraversa delle variazioni stagionali: si contrae in estate e si espande in inverno. Vi è una grande preoccupazione riguardo il fenomeno dell’amplificazione artica. I bianchi ghiacci artici riflettono molta della luce che li colpisce, fenomeno noto a chi scia. Rispetto ad altra terra o anche agli oceani, assorbono meno calore. Quando un ghiaccio artico si scioglie, espone alla luce una superficie, terra o mare, che assorbe più calore. Questo produce un effetto di amplificazione dei cambiamenti climatici. Se i ghiacci si sciolgono più del solito d’estate, la zona artica assorbirà più calore e d’inverno l’acqua si ghiaccerà di meno, dando inizio a un circolo vizioso.
Negli ultimi anni, di conseguenza, il volume dei ghiacci artici ha mostrato minimi storici, in quella che è nota come “l’anomalia artica”. È l’effetto dell’amplificazione artica, che sta avvenendo almeno 10 anni prima di quanto si pensasse in precedenza. Non c’è consenso se questo circolo vizioso di ghiacci possa essere fermato. Potremmo aver già superato un punto di non ritorno. Tra una decina d’anni, i ghiacci artici potrebbero scomparire definitivamente in alcuni mesi dell’anno. Un risultato catastrofico per l’ecosistema globale.
AMPLIFICAZIONE GLOBALE – Un nuovo recente articolo pubblicato su Nature, sostiene che un effetto di amplificazione possa esistere anche nelle terre emerse. La maggior parte dell’anidride carbonica sul pianeta è contenuta nel terreno, e un aumento della temperatura potrebbe estrarre questo carbonio nell’atmosfera, accentuando ulteriormente il problema dei gas serra. Gli autori stimano che nei prossimi anni il carbonio nell’atmosfera verrà per il 20% da ciò che è rilasciato dalla terra.
ORA O MAI PIÙ – È chiaro come continuare a produrre gas serra oggi non sia sostenibile. Non solo per l’aumento prodotto dall’uomo ma perché, come comunità globale, siamo sull’orlo di sprigionare forze della natura a livello planetario. E possiamo solo sperare di non aver già superato questo punto di non ritorno.