Corea del Sud for Dummies: l’impeachment di Park Geun-hye

Il 9 Dicembre 2016 il Parlamento della Corea del Sud ha votato l’impeachment della Presidentessa Park Geun-hye. 234 membri dell’Assemblea Nazionale, pari al 78% dei deputati, si sono schierati a favore della proposta di impeachment di Park. Tra questi, vi è anche un cospicuo numero di deputati del Saenuri, il partito conservatore cui Park è iscritta e del quale è stata leader. Entro 180 giorni la Corte Costituzionale sudcoreana dovrà decidere se confermare o meno l’accusa di impeachment, anche se la prima udienza si è tenuta il 3 gennaio ed è prevedibile una decisione entro la fine di marzo, quando scadrà il mandato di due dei nove giudici. Le accuse mosse verso Park riguardano l’intervento negli affari dello Stato di Choi Soon-sil, amica di lunga data della presidentessa e soprannominata la “Rasputin della Corea del Sud” per il suo ascendente sul capo dell’esecutivo. L’intervento negli affari statali e la consultazione di documenti secretati da parte di Choi è stata ripetutamente criticata, giacché non è mai stata eletta a cariche pubbliche. Inoltre, Park è stata accusata di essere implicata in un grande scandalo di corruzione a favore di Choi e di alcuni suoi collaboratori, che avrebbero raccolto 77 miliardi di won in mazzette dai conglomerati (chaebol) di industrie sudcoreani.

Cheong Wa Dae (la Casa Blu) è la residenza del Presidente della Corea del Sud.

QUAL È IL RAPPORTO TRA LA PRESIDENTESSA E IL PARLAMENTO? – È dibattuto se la forma di governo della Corea del Sud sia semipresidenziale o presidenziale. Il Presidente della Repubblica è capo del potere esecutivo ed è eletto direttamente dal popolo con una votazione di tipo plurality: il candidato che riceve il maggior numero di voti è eletto Presidente, anche senza il raggiungimento di una maggioranza assoluta dei votanti. Il Presidente è eletto per cinque anni per un solo mandato (art. 70 della Costituzione). La Costituzione del 1987 ha infatti previsto la non rieleggibilità del Presidente per frenare il potere dell’esecutivo e impedire degenerazioni autoritarie. La Costituzione del 1962, infatti, prevedeva la possibilità di rielezione del Presidente per un secondo mandato, ma il Presidente Park Chung-hee (padre dell’attuale presidentessa) modificò la Costituzione per poter essere rieletto per un terzo mandato. Successivamente, Park organizzò un colpo di Stato che lo avrebbe mantenuto al potere fino al suo assassinio, avvenuto nel 1979. Sempre secondo un principio di checks and balances, il Presidente non può sciogliere l’Assemblea Nazionale.

Quest’istituzione detiene il potere legislativo ed è un Parlamento monocamerale composto da 300 membri ed eletto ogni quattro anni. La legge elettorale sudcoreana prevede un sistema misto, con un’ampia quota di seggi (253) assegnata con un sistema maggioritario di tipo plurality in collegi unici. I restanti 47 deputati sono invece eletti con un sistema proporzionale con liste bloccate, su un collegio unico nazionale e con soglia di sbarramento del 3%. L’Assemblea può sfiduciare il primo ministro, cui è legato tramite rapporto di fiducia, ma non il Presidente. L’Assemblea detiene però il potere di impeachment verso i membri del governo (art. 65), i membri del potere giudiziario, compresi i giudici costituzionali, e persino il Presidente. Tuttavia, la messa in stato d’accusa del Presidente ha una procedura più complessa rispetto a quella dei detentori degli altri uffici pubblici: questi ultimi possono essere messi in stato d’accusa con maggioranza assoluta, mentre l’impeachment del Presidente richiede una maggioranza qualificata dei due terzi.

La differente durata della legislatura e del mandato presidenziale può comportare situazioni di governo diviso, in misura non dissimile da quanto avviene negli Stati Uniti. Durante la presidenza Park, il governo non ha mai avuto una maggioranza stabile nell’Assemblea Nazionale. Durante la XIX legislatura (2012-2016), il Saenuri deteneva una maggioranza limitata di 152 seggi. Nelle elezioni dell’aprile 2016, il Saenuri ha ottenuto solo 122 seggi, diventando partito di minoranza.

Tradizionalmente, il sistema partitico sudcoreano è stato composto da due grandi partiti: il partito conservatore, guidato da Park e oggi noto come Saenuri, e il Partito Democratico Coreano, oggi noto come Minjoo, il cui leader più noto è stato Kim Dae-jung. Nelle elezioni del 2016, tuttavia, il Partito popolare, di matrice centrista, ha raccolto ben 38 seggi: una quota che impedisce ai due partiti principali di detenere la maggioranza in Assemblea.

Park Geun-hye e Choi Soon-sil nel 1979. (The Korea Times)

CHI È PARK GEUN-HYE? – Nata nel 1952, parlamentare dal 1998 con il Grand National Party, il partito conservatore di cui è stata anche presidentessa tra il 2005 e il 2006 e di nuovo tra il 2011 e il 2012, è stata eletta Presidentessa della Corea del Sud il 19 dicembre 2012 con il 51,6% dei voti, sconfiggendo Moon Jae-jin, leader del Partito Democratico Unito.

La presidentessa è figlia di Park Chung-hee, il dittatore della Corea del Sud che ha governato il Paese dal colpo di stato militare del 16 maggio 1961 fino al 26 ottobre 1979. In questa data, Park è stato assassinato da Kim Jae-gyu, il capo dei servizi segreti della Corea del Sud. La madre di Geun-hye, Yuk Young-soo, è stata altresì uccisa nel 1974 durante un attentato contro il marito. La perdita della madre ha spinto la ventiduenne Geun-hye a entrare in contatto con la Chiesa della Vita Eterna, una setta cristiana che comprende elementi del Buddismo e dello sciamanesimo tradizionale coreano. Questa Chiesa è stata guidata fino al 1994 da Choi Tae-min e, successivamente, dalla figlia Soon-sil. Il sostegno offerto alla ventiduenne Geun-hye in un periodo per lei così difficile permise ai Choi di ottenere una notevole influenza sulla futura presidentessa. La famiglia Choi ha potuto quindi guadagnare potere e notevoli entrate economiche, come i 77 miliardi di won estorti dai chaebol che hanno scatenato la bufera sulla presidentessa. Soon-Sil ha testimoniato il 16 gennaio dinanzi alla Corte Costituzionale in difesa della presidentessa, dichiarando l’infondatezza delle accuse, ed è a sua volta indagata per frode e abuso di potere. Anche la figlia Chung Yoo-ra sembra essere implicata nello scandalo di corruzione e per questa ragione è stata arrestata il 2 gennaio in Danimarca.

Chung Mong-Koo, amministratore delegato di Hyundai Motor Group, nel 2015. Chung è stato condannato per peculato nel 2007 e ha ricevuto la grazia dal Presidente Lee Myung-bak.
(Fonte: AP Photo/Yonhap, Shin Jun-hee)

COSA SONO I CHAEBOL E CHE RAPPORTI HANNO CON LA POLITICA? – La Corea del Sud ha un sistema produttivo molto diverso da quello italiano. In Italia, infatti, il tessuto industriale è fondato sulla piccola e media impresa (PMI), mentre il mercato della Corea del Sud è dominato da alcuni conglomerati di industrie a conduzione familiare, noti come chaebol. Si tratta di imprese che spaziano in differenti settori merceologici: ad esempio, Hyundai si occupa sia del settore automobilistico, sia di elettrodomestici e casalinghi. Tra i chaebol più noti in Occidente, bisogna citare Hyundai-Kia, Samsung e LG.

I rapporti tra i conglomerati e il governo sudcoreano sono di lunghissima data. Durante gli anni Settanta, Park Chung-hee ha promosso un piano di industrializzazione del paese che garantiva notevoli sussidi economici ai chaebolQuesti sussidi sono stati poi eliminati con il ritorno alla democrazia, ma i rapporti tra esecutivo e industria sono rimasti tuttavia molto stretti. I chaebol, nel frattempo diventati agenti rilevanti nel mercato internazionale, hanno infatti sfruttato il loro peso economico per acquisire influenza presso il governo. Gli ultimi quattro presidenti della Corea del Sud sono infatti stati indagati per corruzione, legata ai rapporti non molto limpidi con i conglomerati. Questi rapporti implicavano anche l’uso dei chaebol da parte della Presidenza per ottenere risultati politici. In particolar modo, il Premio Nobel per la Pace Kim Dae-jung è stato accusato di aver pagato 100 milioni di dollari (di provenienza statale) al governo della Corea del Nord per lo storico incontro del giugno 2000 tra i Presidenti dei due Paesi. I pagamenti sarebbero stati propiziati dall’aiuto di Hyundai Asan, una delle aziende del gruppo Hyundai. Il successore di Kim, Roh Moo-hyun, è stato a sua volta accusato, assieme ad alcuni membri della sua famiglia, di aver ricevuto oltre un milione di dollari in mazzette da  Park Yeon-Cha, amministratore delegato di Taekwang, chaebol che opera nel campo dell’abbigliamento. L’accusa ha spinto Roh al suicidio. È notizia molto recente la richiesta di arresto per Lee Jae-yong, vice presidente di Samsung, accusato di aver versato 43 miliardi di won a favore di Choi Soon-sil e della sua famiglia per favori politici.

Roh Moo-hyun, nono Presidente della Corea del Sud
Roh Moo-hyun, nono Presidente della Corea del Sud.

L’IMPEACHMENT DI ROH MOO-HYUN – Park Geun-hye non è stata la prima presidente sudcoreana messa in stato d’accusa dal Parlamento. Il 12 marzo 2004, infatti, l’Assemblea Nazionale ha votato per l’impeachment di Roh Moo-hyun con una maggioranza di 193 a 2 (con 105 astenuti, i deputati del Partito del presidente). L’accusa riguardava la campagna elettorale illegale operata da Roh verso il suo partito, l’Uri, nato da una scissione all’interno del Partito democratico (all’epoca denominato Partito democratico del millennio). In quanto presidente in carica, Roh non poteva fare campagna elettorale, in quanto ciò contrastava con l’imparzialità richiesta al capo dello Stato. La Corte Costituzionale, tuttavia, non ratificò il voto dell’Assemblea Nazionale, reputando l’accusa irrilevante per causare la destituzione del Presidente. Il 14 maggio Roh tornò a ricoprire la carica di Presidente.

L’impeachment di Roh e quello di Park differiscono però notevolmente per l’appoggio della popolazione della Corea del Sud. Circa il 60% della popolazione si è schierato contro la proposta di impeachment di Roh e vi sono state proteste di piazza a favore del Presidente per l’intero mese di marzo. La messa in stato d’accusa causò anche una sconfitta per democratici e conservatori nelle elezioni dell’aprile 2004, dove l’Uri vinse 152 seggi, nonostante il Presidente non fosse ancora stato reinsediato dalla Corte. Il 78% dei sudcoreani è invece favorevole all’impeachment di Park e questo fattore potrebbe favorire una sentenza di condanna da parte della Corte Costituzionale.

Alessio Agostinis
Sono laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università di Roma - La Sapienza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all'Università di Bologna - Polo di Forlì. Sono fondatore di BunteKuh e sto studiando per un Master in Marketing, Comunicazione e Made in Italy del CSCI.

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23 Gennaio 2017 11:47 am

[…] una quota proporzionale separata nel computo da quella maggioritaria, come avviene in Giappone e Corea del Sud, o si propone una quota proporzionale che è collegata ai collegi uninominali. A questa seconda […]

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25 Marzo 2017 1:25 pm

[…] Va da sé che una procedura così complessa venga utilizzata solo in casi eccezionali. Si è già parlato in queste pagine dell’impeachment di Park Geun-hye, travolta da uno scandalo di […]

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